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AUTOSTIMA quando hai fatto l’ultimo check up?

“Non preoccuparti se gli altri non ti apprezzano. Preoccupati se tu non apprezzi te stesso” – Confucio –

“Sembra facile! Io voglio ottenere dei likes, voglio avere millemila followers, voglio essere splendida come le influencers che viaggiano in abiti strepitosi nei posti più belli del mondo!”

L’essenza del marketing, della pubblicità, del consumismo è incentrata sull’essere apprezzati dagli altri. Così può verificarsi che si tenda a voler aderire ai modelli che vengono promossi come vincenti, efficaci, validi. Sei riconosciuto se indossi quel capo firmato, se guidi quell’auto sportiva, se sventoli le bandiere del momento, se gridi gli slogan più in voga.

Ma se spengo gli schermi e tutte le insegne che vogliono comunicarmi che cosa è migliore al momento: CHI SONO realmente? Al di là delle uniformi sociali, collettive, politiche e relazionali: com’è la mia pelle?

Mi conosco davvero? Come mi valuto? Che stima ho di me?

-L’autostima è essenziale per la sopravvivenza psicologica. Come esseri umani siamo in grado di definire chi siamo, in altre parole di costruire la nostra identità e di attribuirle un valore. L’autostima è un senso soggettivo e duraturo di auto approvazione del proprio valore basato su appropriate auto percezioni (Giusti, 1994) –

Appropriate auto percezioni.

Prima di iniziare il mio viaggio di crescita personale, credevo di avere un’autostima alle stelle. Primeggiavo su tutti, apparivo decisa e determinata e riuscivo in ogni impresa decidessi di intraprendere. Mi sentivo addirittura superiore a molti altri e questo mi faceva sentire autorevole. Tuttavia ho scoperto nel tempo e nell’esplorazione approfondita di me e del mio inconscio, che lungi dall’essere solida, la mia autostima era invece assai fragile e bisognosa di apparire forte e decisa per celare la propria inconsapevole insicurezza.

Essendo inconsapevole del vero “stato di salute” della mia autostima, rispondevo inconsciamente a qualsiasi stimolo portasse sicurezza e rinforzo a quell’immagine distorta di me, proteggendo la fragilità della quale io stessa non mi rendevo conto. Le mie azioni, dunque erano mosse dalla necessità di difendere quell’immagine che credevo mi definisse agli occhi miei e degli altri.

Un po’ come potrebbe fare un attore o un’attrice che, pur di rimanere competitivo sulla scena, si fa mille lifting per cercare di mantenere l’immagine che lo ha reso famoso in passato.

 

Secondo Rollo May (1961) psicologo statunitense considerato insieme a Carl Rogers uno dei padri fondatori del Counseling, l’autostima deriva dal coraggio di permettere alla totalità del proprio sé di esistere, divenire e mantenersi autentico, ridimensionando il bisogno di accettazione esterna in favore dell’individuazione.

Mantenendo la metafora dell’attore, quindi, piuttosto che farsi il lifting per rimanere fedele all’immagine che ha portato al successo e che il pubblico desidera, rimanere fedele a se stesso rendendo favoloso e ammirevole anche il passare del tempo nella propria autenticità.

immagine positiva di sé

Lo stesso Carl Rogers afferma che le persone con un’elevata stima di sé, sviluppano una propria identità e non vivono in base agli introietti imposti loro da altri, mentre la paura del rifiuto porta l’individuo a nascondere o negare la propria espressione autentica.

Come posso definire quale sia la mia espressione più autentica, la mia identità?

C. André e F. Lelord (2000) sostengono che una buona stima di sé è fondata su tre componenti fondamentali:

* Amore di sé: ossia sentirsi degni d’amore e rispetto nonostante i propri difetti e i propri limiti

*Visione di sé: la convinzione delle proprie caratteristiche positive e negative

*Fiducia in se stessi: cioè la convinzione di essere capaci di agire adeguatamente nelle vicende della propria vita.

Tutte e tre queste componenti, come delle radici, affondano nel terreno della nostra infanzia. Traendo nutrimento dall’insieme di esperienze, aspettative e stimoli ricevuti dalle prime figure di riferimento: genitori, scuola etc.

La tipologia di “nutrimento” ricevuto, determinerà la crescita e la solidità dell’albero della nostra autostima.

Non tutti hanno avuto la fortuna di germogliare e crescere in un terreno sano e colmo di nutrimento. Alcuni hanno sviluppato risorse alternative per sopravvivere e riuscire comunque a crescere malgrado il terreno impervio e inospitale, per mantenere la metafora dell’albero.

Tuttavia se immaginiamo la nostra autostima come un organismo vivente insieme a noi, è importante ricordare che possiamo costantemente trasformarla, curandola, nutrendola e alimentandola in maniera sana, ripulendo le radici come farebbe un amorevole giardiniere, liberandola dai parassiti e favorendo una ricrescita rigogliosa e colma di frutti.

Che ne diresti di un check up dell’albero della tua autostima?

Se lo desideri, puoi prendere appuntamento e possiamo farlo insieme 🙂

Bibliografia:

L’Autostima vincere quasi sempre con le 3 A
E. Giusti A. Testi Edizioni Sovera 2018

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This Post Has One Comment

  1. Fiammetta

    Grazie Cara Simona, sono contenta di aver contribuito alla tua felicità 🙂

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