In inglese si dice “Home is where your heart is”.  Casa è dove si trova il tuo Cuore. Quanti significati possiamo attribuire emotivamente a questa affermazione?

Dove sono i tuoi affetti, quando magari stai vivendo in un’altra città. Quella persona che ami e che ti fa sentire “a casa” quando siete insieme.

Un luogo lontano dove hai sperimentato il benessere della felicità e a cui ti lega un sentimento di nostalgico anelito.

Casa è dove si trova il tuo Cuore.

Il cuore si trova all’interno del tuo corpo di carne e di sangue e da lì, all’interno di una “gabbia” che lo custodisce come un gioiello prezioso, lui pompa instancabile la vita facendo correre ossigeno insieme al sangue fino alla punta delle tue estremità.

Ed è interessante che tutto cominci dal cuore. Il primo commovente segnale che una mamma, un papà riconoscono del germoglio in cui si moltiplicano, è il cuore. Il rapido, chiaro, potente battito di quel cuoricino che, privo ancora di pensiero alcuno, di coscienza di sé, già esiste. Facendosi nunzio della vita che prende sempre più forma e sostanza.

Il Cuore.

Il primo ad esistere, ma non l’ultimo a lasciare la scena. Infatti, anche dove il cuore sospenda il suo battito, è dimostrato che il cervello rimane attivo ancora per qualche momento. Come un’eco di quell’esperienza cinematografica che è la vita. Come quando usciti dal cinema, si continua a ricordare le scene del film appena finito.

Con un po’ di immaginazione potremmo quasi vedere il cervello che, invidioso del cuore, vuol prendere il sopravvento e dimostrare che è lui il più importante. Lui può vivere più a lungo, lui può fare di meglio. Comincia a proiettare i suoi grafici, le motivazioni, ad imbonire l’osservatore con teorie verosimili, con numeri e ipotesi tanto da risultare quasi convincente e far sembrare plausibile il poter vivere meglio, dentro un corpo infallibile, un corpo robotico, un corpo che non si deteriora e che non ha bisogno dell’organico cuore.

Ma in tutto questo illustrare, spiegare, ipotizzare, imbonire chi osserva fino a creare un’illusione reale della propria supremazia, distoglie attenzione dal Cuore, che lungi dall’aver bisogno di spiegare se stesso, semplicemente pompa. Instancabile. Senza sosta. Permettendo al Cervello di portare avanti il suo “show”.

“Grazie cervello, sei davvero prezioso!” dice l’osservatore. “ma senza il cuore, non saresti qui a raccontarci chi sei”

I Sumeri, una delle prime civiltà urbane esistita circa 10.000 anni fa, raccontano nell’Epica della Creazione, come il nostro sistema solare abbia avuto inizio.

Del Sole che, un po’ come il cuore, ha iniziato a pulsare per primo quando ancora nemmeno la Terra, come la conosciamo, esisteva; dando vita a Battaglie stellari che poco alla volta sistemarono in orbita tutti i pianeti che oggi anche noi conosciamo.

Dal più vicino al più lontano Plutone finito laggiù, più lontano di tutti, quasi nascosto.

Per i Sumeri, Plutone era USMI: “Quello che mostra la via” e in effetti proprio lui, così lontano dal Sole, è il primo pianeta che si incontra avvicinando il nostro sistema solare dall’esterno, dallo spazio profondo.

Ebbene, millemila anni dopo, il 14 luglio del 2015 la sonda spaziale New Horizon [nuovo orizzonte] regala alla NASA e a noi tutti la prima immagine di questo pianeta lontano lontano: “Quello che mostra la via” e con grande sorpresa, sulla sua superficie, è un bel cuore gigante che si svela a chi osserva!

Il cuore che mostra la via.

“Grazie cervello, sei davvero prezioso” dice ancora l’osservatore “ma senza il cuore, non saresti qui a raccontarci chi sei”

E’ facile perdersi nelle divagazioni della mente, ma basta riconnettersi al cuore per trovare la strada di casa.

Chiudi gli occhi, respira.

Senti il tuo cuore che batte. Sei vivo.

Sei l’intero universo, sei Casa.

Se ti è piaciuto questo articolo, condividilo sulla tua pagina e seguimi su Facebook Linkedin Instagram per rimanere informato sulle mie pubblicazioni ed i prossimi eventi. Grazie!

Bibliografia: 
LA GENESI - Zecharia Sitchin
Anguana Edizioni 2019